Con decreto dipartimentale n. 438987 del 16 settembre 2021 (in G.U. l’11 ottobre 2021) del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è stato istituito il Sistema di certificazione della sostenibilità della filiera ortofrutticola.
La filiera ortofrutticola è la prima alla quale viene estesa l’applicabilità dell’art. 224-ter d.l. n. 34/2020, che ha istituito un sistema di certificazione della sostenibilità dapprima limitato alla filiera vitivinicola.
Il sistema, al quale l’adesione è volontaria, è istituito al fine di riscontrare la conformità dei processi produttivi del settore ortofrutticolo a un disciplinare, che sarà redatto dall’Organismo Tecnico Scientifico (OTS) istituito presso il MIPAAF nell’ambito del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, il quale detterà regole produttive e buone pratiche finalizzate a garantire il rispetto dell’ambiente, la qualità e sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini, un adeguato reddito agricolo.
All’OTS sono inoltre attribuiti i compiti relativi alla definizione del sistema di monitoraggio della sostenibilità della filiera ortofrutticola italiana, all’individuazione degli indicatori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera ortofrutticola e alla individuazione delle modalità di equiparazione del disciplinare di sostenibilità ortofrutticola con disciplinari di altri sistemi di certificazione.
L’adesione al nuovo sistema di certificazione, che si ribadisce essere volontaria, può incontrare l’interesse delle aziende agricole (anche nella forma di organizzazioni di produttori) che stanno implementando buone pratiche produttive finalizzate al raggiungimento della sostenibilità della filiera intesa con riguardo non soltanto agli impatti ambientali, ma anche alla qualità e sicurezza dei prodotti, al benessere di lavoratori e cittadini e all’adeguata remunerazione dei produttori primari. La sottoposizione a un sistema terzo di valutazione e monitoraggio, infatti, potrà garantire alle aziende (similmente a quanto accade tramite l’adesione a schemi volontari di certificazione sulla sostenibilità, di natura privatistica) una maggiore capacità di dimostrare l’effettiva sostenibilità della filiera di appartenenza, requisito oramai indispensabile per poter legittimamente promuovere nei confronti di terzi (compresi i consumatori) la sostenibilità della propria attività.