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È stato firmato dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il decreto interministeriale, sviluppato insieme al Ministero dello Sviluppo Economico ed al Ministero della Salute, che disciplinala cosiddetta “NutrInformbattery”.

Si tratta di un’indicazione volontaria prevista per l’etichettatura dei prodotti alimentari, ad eccezione di quelli confezionati in imballaggi o in recipienti la cui superficie maggiore misura meno di 25 cm² e dei prodotti DOP, IGP e STG.

La soluzione italiana si propone in alternativa rispetto all’indicazione volontaria a semaforo (c.d. “Nutriscore”) che da qualche anno viene utilizzata in alcuni paesi europei e che in Italia è stata molto criticata in quanto risulterebbe fuorviante per i consumatori e penalizzerebbe la dieta mediterranea.

La NutrInform Battery raffigura cinque batterie, che indicano le percentuali di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale contenute all’interno di una singola porzione di alimento rispetto alle assunzioni di riferimento di un adulto medio.

Secondo il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, grazie a questa indicazione in etichetta, basata su concreti dati scientifici e sul concetto di dieta salutare, le informazioni nutrizionali degli alimenti saranno più facilmente leggibili da parte del consumatore.

Al momento, il dubbio più rilevante sull’opportunità della scelta del Governo riguarda il fatto che l’apposizione obbligatoria di informazioni nutrizionali sul fronte del packaging degli alimenti è tra le materie che la Commissione UE ha già dichiarato di voler affrontare, con un testo normativo apposito, nell’ambito della strategia “Farm to Fork”.

Pertanto, è probabile che il mercato italiano (imprese e consumatori) dopo aver cominciato a familiarizzare con la “NutrInformBattery” debba abbandonarlo in un prossimo futuro per abbracciare altri modelli di comunicazione semplificata delle caratteristiche nutrizionali degli alimenti.

Prima di commentare ulteriormente il contenuto del decreto è opportuno attenderne la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma è utile che le imprese alimentari interessate comincino ad approfondire l’argomento per tempo.

Enrico Occhipinti

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